TERAMO – E’ uno dei settori più importanti della vita del Comune ma oggi è quasi paralizzato. A sette settimane da un trasloco ‘epocale’ e forzato, per via dell’ordinanza di sgombero firmata dal ‘datore di lavoro’, il sindaco Gianguido D’Alberto, per l’inagibilità da sisma, il quinto settore del comune di Teramo è in gravissima difficoltà. Oltre una quarantina di dipendenti e una ventina di uffici dei Lavori pubblici, Patrimonio e Urbanistica, sono stati trasferiti nei locali del Centro Coordinamento Soccorsi all’interno del Parco della Scienza con una frettolosa decisione, imposta dalla pressione di rispettare lo sgombero. Ma quei locali non sono idonei, almeno nello stato in cui si trovano, ad accogliere tipologia di documenti e persone. Un dato su tutti: ci sono soltanto 8 postazioni di lavoro, che non sono cablate, e non c’è collegamento Internet. Le pratiche vengono valutate sul cartaceo, con i documenti alla mano e senza la possibilità di interagire con archivio o banca dati. Non solo. Non mancano solo spazi e collegamenti: continua ancora la vacatio del dirigente del settore, con l’interim assegnato alla segretaria generale dell’Ente, Maria Cristina Chirico, il cui ruolo è scaduto da venerdì scorso. Tra l’altro sembra che le pratiche non vengano firmate da un discreto numero di giorni e che dunque l’attività verso l’esterno sia in sostanza quasi bloccata. E’ un lusso che il Comune sicuramente non può permettersi, soprattutto se contestualizzato nel momento storico che sta attraversando la comunità cittadina, alle prese in particolare con il nodo delle pratiche del sisma. Meno male che almeno il processo delle segnalazioni propedeutiche alle valutazioni dei danni da sisma è stato per tempo completato e che l’ufficio sisma è al passo. Mugugna il personale, mugugnano i professionisti e gli imprenditori, ma l‘amministrazione comunale non è ancora in grado di prendere una decisione. Intanto ha approvato il cosiddetto ‘Piano del fabbisogno’ per l’allestimento della nuova sede sotto il profilo dei collegamenti telematici: si spenderanno circa 30mila euro per ‘collegare’ al mondo il quinto settore. Una determina dirigenziale datata 22 ottobre scorso, firmata il 25, a un mese esatto dall’ordinanza di sgombero. Ma il nodo è: resterà al Parco della scienza, l’Ufficio tecnico? E per quanto tempo? Domande che non trovano risposte. Perché non solo non c’è certezza che tutti gli uffici traslochino di nuovo, stavolta verso piazza Garibaldi nei locali della Provincia (la firma del contratto di affitto era data per imminente nei giorni scorsi) ma neanche che possano tornare in tempi brevi nella sede naturale del Palazzo ex Pompetti. Per almeno due motivi, in questa ultima ipotesi: i lavori di messa in sicurezza non sono ancora partiti, a differenza di quelli previsti nella parte privata dell’immobile che sono in via di conclusione, e perché l’ipotesi di estendere anche agli uffici pubblici la clausola di salvaguardia prevista per i negozi – quella che permetterebbe il rientro in locali classificati E dopo perizia asseverata a seguito dei lavori di messa in sicurezza – è ancora un’idea e niente più.
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